mercoledì 28 dicembre 2016

XI secolo: un Rabbino predice la Fine per il 2017!


Alfred Lakos

Innanzitutto è necessario tener presente che il Messia atteso dagli Ebrei sarebbe ormai "dietro l'angolo" per la maggioranza della popolazione israelita (e d'altra parte anche molti cristiani pensano che il Ritorno del Cristo sia imminente; ndt).

Un Rabbī nato nel 1140 d.C. predisse la Fine dei Tempi nel 2017!

Judah ben Samuel fu un leggendario rabbino tedesco del dodicesimo secolo d.C. (1140-1217) che lasciò ai posteri diverse profezie sorprendenti e specifiche sul futuro di Israele e di Gerusalemme, puntualmente realizzatesi.

Conosciuto pure con il nome di Judah he-Hassid (Juda il Pio), questo personaggio visse e lavorò a Regensburg (Ratisbona) fino ai primi anni del 1200 e fu l'autore di numerosi libri in lingua teutonica.

Ludwig Schneider, fondatore della rivista "Israel Today", ha tradotto alcune delle sue opere nel corso degli ultimi anni, compreso "Il Libro del Devoto – Sefer Hassidim" e il "Libro dei calcoli – Sefer Gematriyot".

Dopo le crociate cristiane in Terra Santa, tra l'XI e il XIII secolo, si sviluppò una corrispondenza regolare tra gli Ebrei di quei luoghi e i Cristiani d'occidente. Così, ad esempio, i rabbini di Worms e di Regensburg, in Germania, erano a conoscenza che gli Ayyubiti di Saladino comandavano in Palestina dal 1187 d.C.

A quell'epoca, Judah ben Samuel pubblicò i risultati dei suoi calcoli biblici (Gematria) e le sue osservazioni astrologiche riassumendole come segue:

"Quando gli Ottomani, i Turchi – che erano già una potenza da non sottovalutare sul Bosforo a quel tempo – conquisteranno Gerusalemme, vi regneranno per otto giubilei. In seguito, la stessa Gerusalemme diverrà terra interdetta nel corso del nono, poi la città sarà di nuovo dominata dalla Nazione ebraica, che darà inizio al tempo messianico finale."

Un giubileo è un arco cronologico di 50 anni – dice il Levitico al par. 25, 8-13. È il cinquantesimo anno dopo il sette volte sette, periodo in cui ogni persona deve riprendere possesso della propria Terra.

I calcoli di Judah ben Samuel erano puramente teorici ai suoi giorni; non v'era assolutamente alcun segno del loro compimento. Era impossibile prevederne l'esito, visto che la prima delle sue predizioni si sarebbe dovuta realizzare 300 anni dopo il suo trapasso.

Ai Mamelucchi, che avevano regnato su Gerusalemme dal 1250 d.C., succedettero i Turchi-Ottomani che conquistarono il territorio nel 1517 e lo mantennero per 400 anni, corrispondenti appunto (50 x 8 = 400) ad otto giubilei, fino al 1917.


Francisco Goya - La Carica dei Mamelucchi alla Porta del Sole 

In quell'anno, con una precisione profetica impressionante, i Britannici, forti del mandato internazionale ricevuto, rovesciarono l'egemonia turca e in virtù di tale diritto la Terra Santa divenne libera.

Anche dopo la Guerra di Indipendenza (dal 1948 al 1949), avvenuta tra la neonata Israele e le nazioni arabe attaccanti (Egitto, Siria, Libano, Irak e Transgiordania) ribellatesi alla nuova "presenza" nel loro territorio, Gerusalemme rimaneva ancora divisa da una striscia di terra che passava esattamente al centro della città, con la Giordania che deteneva il controllo della sua parte orientale ed Israele che controllava quella ad ovest.

Tale striscia era chiamata "terra di nessuno" sia dagli Ebrei che dai Giordani. Chiunque vi si fosse introdotto sarebbe stato fucilato.

E così rimase fino al 1967 (precisamente a 50 anni dal 1917, come compimento del nono giubileo) allorché, nella famosa "Guerra dei Sei Giorni", Israele si appropriò della Cisgiordania, e l'intera Gerusalemme venne conquistata dall'esercito israeliano per ritornare ad essere, ancora una volta totalmente ebraica.

Da allora, secondo Judah ben Samuel, sarebbero cominciati i tempi messianici, vale a dire il decimo ed ultimo giubileo.

Diversi ricercatori e studiosi si sono occupati degli scritti di questo rabbino per cercare di comprendere come poteva aver raggiunto queste conclusioni, ma senza risultati. (Non ne riporto l'elenco per non tediare chi legge, ma lo si può trovare nel testo d'origine; ndt).

Il segreto con cui Judah "il Pio" ha potuto arrivare a predizioni così precise, almeno a guardare dai calcoli reali, sta nel fatto di aver dedicato la propria vita all'Altissimo.

I suoi discepoli, come il Rabbino Isaac ben Moshe (Vienna), il Rabbino Baruch ben Samuel (Magonza) e il Rabbino Simcha (Spira), riportano che Judah ben Samuel era un modello di astinenza e di abnegazione, pervaso dall'ardente desiderio della venuta del Messia.

Egli veniva spesso chiamato "Luce di Israele", tanto che persino i vescovi andavano a chiedergli consiglio. Se qualcuno gli domandava da dove provenisse la sua saggezza, lui rispondeva:

«Il profeta Elia, precursore del Messia, mi apparve e mi rivelò molte cose dicendomi che la condizione preliminare della preghiera è di essere alimentata dall'entusiasmo e dalla gioia verso la Grandezza e la Santità di Dio».



"Elia rapito su un carro di Fuoco davanti 
ad Eliseo–  di Giuseppe Angeli  (Venezia, 1712-1798)

Conclusione di Sebirblu

Ecco la sintesi delle sorprendenti profezie di questo rabbino, come da schema successivo.

Nell'anno 1217 d.C., egli vaticinò che i Turchi-Ottomani avrebbero regnato su Gerusalemme per 400 anni (8 giubilei); lo annunciò addirittura tre secoli prima, dal momento che tale occupazione ebbe inizio nel 1517.

Compiutosi questo tempo con un'esattezza che ha del miracoloso, nel 1917 il generale George Allenby, al comando delle forze militari alleate, entrò nella Città Santa "a piedi", come segno di rispetto alla sacralità del luogo.




Durante i 50 anni successivi (nono giubileo), benché gli Ebrei decimati dall'olocausto della seconda guerra mondiale avessero preso possesso della loro antica Terra, in quel momento "di nessuno", come la chiamò il rabbino, fondando lo Stato di Israele nel 1948, le profezie di Judah ben Samuel si compirono in pieno.

Infatti, nel 1967, all'inizio del decimo giubileo, gli Israeliti, di nuovo provocati dagli Arabi, si impadronirono di Gerusalemme Est e di molti dei loro territori, ampliando considerevolmente la Nazione che si ricompose dopo la storica invasione romana del 70 d.C.

Il 2017, dunque, segnerà il termine dell'ultimo cinquantennio profetizzato con l'avvento dell'Era messianica e il nuovo millennio di Pace annunciato dall'Apocalisse di Giovanni.



La sigla E.V. sta per Era Volgare.

A questo proposito invito i Lettori ad "unire i puntini" andando a confrontare quello che ho scritto QUI, QUI e QUI con le strane "coincidenze" astrologiche e gli eventi dell'anno alle porte.

Come si vede, è innegabile che il mosaico formantesi davanti agli occhi dei ricercatori si faccia sempre più interessante, sapendo leggere però ed interpretare nel modo giusto anche le Scritture.

Certo è che Judah "il Pio", santo lo era davvero, se ha potuto ben 800 anni prima della sua dipartita, lasciarci in eredità calcoli così precisi sulla fine dei tempi.

Traduzione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it


giovedì 15 dicembre 2016

Richiesta a Putin/Trump l'Edificazione del Tempio!



Distruzione 
di Gerusalemme e del Tempio di Erode nel 70 d.C.
di Wilhelm von Kaulbach (1804-1874)

Sebirblu, 15 dicembre 2016

Prima di proporre l'articolo centrale di questo post, proveniente da un sito israeliano il cui argomento riguarda la millenaria aspirazione del "popolo eletto" a ricostruire il Terzo Tempio sul Monte Moriah a Gerusalemme (cfr. QUI), espongo dei brevi estratti  da  altre  fonti  per  completare  il  quadro  generale.

"Sono trascorsi oltre duemila anni, ma il Monte del Tempio è rimasto fonte di grandi tensioni geopolitiche e religiose. Il Santuario ebraico non esiste più e al suo posto, quattordici secoli fa, i Musulmani ne edificarono altri due, trasformando l'intera Spianata nel terzo luogo santo dell'Islam. 

Nel 1948 gli Ebrei fondarono un loro nuovo Stato in Palestina. Nel giugno 1967 si impadronirono della Cisgiordania (la famosa guerra dei 6 giorni, QUI; ndr). Come al tempo dei Romani, divennero maggioranza nella Terra di Israele.

La differenza è che adesso sono loro ad occupare i territori di un altro popolo, l'area rimanente di quello spazio, che nel novembre 1947 l'Onu aveva assegnato ai Palestinesi, e  la  zona  Est  di  Gerusalemme  destinata  ad essere  internazionalizzata.

Il fatto che si tratti delle bibliche regioni di Giudea e Samaria e della parte di Città Santa comprendente i Santuari più noti delle tre religioni monoteiste contribuisce a rendere estremamente difficile la soluzione del conflitto israelo-palestinese.

Con lungimiranza politica, subito dopo aver conquistato Gerusalemme, Israele decise di lasciare il Monte del Tempio ai Musulmani. Si riservò però il controllo degli accessi al luogo e il diritto di schierarvi proprie forze di polizia per garantire l'ordine pubblico e l'ingresso a Cristiani ed Ebrei.

Da quel momento – e in particolare dopo l'inizio della prima Intifada (cfr. QUI, ma soprattutto nella seconda, in seguito alla disastrosa "incursione" di Ariel Sharon nella Spianata, con un'enorme schiera di soldati, il 28 settembre 2000; ndr), l'area è diventata teatro di gravi scontri.



Lanciatori di pietre (Intifada) davanti alla Cupola della Roccia

Recentemente (cioè verso la fine del 2015; ndr) la battaglia per il suo possesso è entrata in una nuova fase. Sono infatti cresciuti esponenzialmente i gruppi ebraici nazional-religiosi che domandano di potervi esercitare il diritto di culto ascendendo sempre più numerosi nel luogo sacro, come primo passo per l'edificazione del Terzo Tempio.

Nell'ultimo anno, le crescenti tensioni relative al sito conteso hanno grandemente contribuito a provocare l'inedito fenomeno della sollevazione araba a Gerusalemme Est. Tra l'agosto e il novembre 2014, in città sono morte ventiquattro persone, equamente divise tra civili ebrei e attentatori o manifestanti palestinesi.

Placatisi a partire dal dicembre 2014, i violenti scontri sulla Spianata sono ripresi nel corso dell'estate 2015, in occasione delle celebrazioni di Tisha Be'Av (26 luglio) e Rosh Hashanah (13-15 settembre) e quelle di inizio autunno dello Yom Kippur e di Sukkot. (QUI, il significato delle festività ebraiche; ndr).

Per dar modo agli estremisti ebrei di esercitare il diritto di entrata, la polizia ha dovuto impiegare la forza, penetrando talvolta all'interno della Moschea al-Aqṣā.

Quel luogo di preghiera è infatti regolarmente usato come fortino dal quale giovani arabi incappucciati lanciano attacchi a suon di bombe molotov, pietre ed altri oggetti contundenti verso gli Ebrei nazional-religiosi e le forze dell'ordine che cercano di proteggerli.

I Palestinesi considerano queste visite come il preludio di una reale presa di possesso dell'area da parte d'Israele, seguito dalla sua spartizione tra i fedeli delle due religioni, se non della sua trasformazione in un luogo esclusivamente ebraico."

Tratto da "limesonline.com"



Gerusalemme: la Spianata delle Moschee e il Muro del Pianto nella parte occidentale.

A questo punto, come viene anche citato nell'articolo principale, il 13 ottobre scorso  «L'Unesco ‒ l'agenzia  Onu  per  la  Cultura ‒ ha  approvato  una  risoluzione  che nega l'evidenza  dei  legami storici  di  Ebrei  e  Cristiani con  i  luoghi  santi  della Città Vecchia  di  Gerusalemme,  menzionandoli  solamente  con  i  loro  nomi arabi, e condanna una presunta "escalation di aggressioni" ai luoghi santi islamici da parte di Israele, definita "potenza occupante".»

«Quale sarà il prossimo passo? – si è chiesto su Facebook il parlamentare israeliano Micki Levy (di Yesh Atid)Proclamare che i Cattolici non hanno alcun legame con il Vaticano e i Musulmani con la Kabaa della Mecca?»

E il primo ministro Benjamin Netanyahu gli ha fatto seguito dicendo:

«Il teatro dell'assurdo continua all'Unesco, che oggi ha ratificato la sua decisione più strampalata dicendo che il popolo d'Israele non ha alcun collegamento con il Monte del Tempio e il Muro Occidentale!

Evidentemente non hanno mai letto la Bibbia, ma vorrei consigliare ai membri delle Nazioni Unite di visitare l'Arco di Tito, a Roma, dove possono vedere ciò che i Romani portarono nell'Urbe dopo aver distrutto e saccheggiato il Monte del Tempio duemila anni fa.



L'Arco di Tito a Roma attestante la Caduta di Gerusalemme nel 70 d.C. 

Sulla struttura si può vedere scolpita la Menorah (candelabro) a sette bracci, che è il simbolo del Popolo ebraico ed oggi è l'emblema dello Stato. Sicuramente l'Unesco dirà che l'imperatore Tito fa parte della propaganda sionista...

Dichiarare che Israele non abbia alcun legame con il Monte del Tempio e il Muro Occidentale – ha continuato Netanyahu – è come asserire che la Cina non sia correlata alla Grande Muraglia, e che l'Egitto non abbia alcun nesso con le Piramidi.

Con questa insensata decisione l'Unesco cancella la poca legittimità che le restava. Sono convinto che la verità storica è più forte e prevarrà. Ed è appunto della verità che stiamo parlando oggi.»

Tratto da "Israele.net".

Mentre la signora Miri Regev, ministro israeliano della Cultura, ha commentato:

«Abbracciando la falsa narrazione palestinese, del tutto infondata rispetto ai dati della storia, l'Unesco si è coperta di ridicolo.»

Tratto da "Il Foglio.it".



Manifestazione organizzata da "Il Foglio" a Roma contro la sede dell'Unesco

Queste citazioni stanno ad indicare che il clima, sulle profonde divergenze che separano gli Ebrei dagli Islamici, riguardanti la Spianata delle Moschee (per i Musulmani) e il Monte del Tempio per gli Israeliti, è sempre più rovente.

Come sarà possibile, pertanto, che costoro appaghino l'antico e fervente desiderio di ricostruire il loro Terzo Tempio senza scatenare una guerra sanguinosa con l'Islam?

Dico questo perché, sebbene la suddetta risoluzione sia stata votata in ottobre, gli Ebrei ortodossi, che dal 1987 si preparano in grande stile alla riedificazione del loro Santuario avendo fondato addirittura un Istituto apposito (cfr.  QUIQUI e QUI), continuano imperterriti e sicuri a pensare che tutto ciò si attuerà secondo le Scritture.

Ed eccone la dimostrazione nell'articolo seguente:

Il Sinedrio ha domandato a Putin e a Trump l'adesione
per riedificare il Terzo Tempio di Gerusalemme




di Adam Berkowitz Eliyahu

"Così  parla  l'Eterno  al  Suo  unto,  a Ciro,  che  ha  preso  per  mano  la  sua  destra per atterrare le nazioni davanti a lui, e sciogliere le cinture ai fianchi dei re (disarmarli); per aprirgli le porte, in modo che nessuna gli rimanga chiusa". (Isaia 45, 1).

Il Nascente Sinedrio ha inoltrato domanda al presidente russo Vladimir Putin e al presidente americano eletto, Donald Trump, di unire le singole forze ed assolvere i rispettivi ruoli, biblicamente scritti, per la ricostruzione del Terzo Tempio ebraico a Gerusalemme.

Rabbi Hillel Weiss, portavoce del Sinedrio stesso, prendendo contatto con la nostra redazione ha riferito di aver invitato la nuova Istituzione giuridica ad inviare due lettere sia a Trump (che ha promesso di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele), sia a Putin, il quale ha manifestato il suo consenso ad edificare il Santuario.

Le  missive  offrono  la  possibilità  ai  due  premier  di  agire  come  moderni  "Ciro":  i re non ebrei che riconoscono l'importanza di Israele e del relativo "Luogo Sacro di preghiera".

Nel VI secolo a.C. infatti, Ciro il Grande, durante il primo anno come re di Persia, annunciò che Dio gli aveva chiesto di emettere un decreto immediato per la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme.

"Così proclama Ciro, re di Persia: ‒ L'Eterno, il Dio dei cieli ‒ mi ha dato tutti i regni della Terra. Egli mi ha comandato di edificargli una Casa a Gerusalemme, che è in Giuda." (Esdra 1, 2).



"Ciro il Grande, re di Persia, con gli Israeliti" di Jean Fouquet

Il re dunque dotò gli Ebrei, che erano sottoposti al suo governo in Israele, di una considerevole somma onde innalzare il Tempio.

Per questo, il Sinedrio prevede di domandare ai due leader mondiali di mettere in atto l'antico decreto biblico per sostenere il Popolo ebraico nella sua sacra missione.

Sempre lo stesso rabbino Weiss ha spiegato che le elezioni statunitensi hanno contribuito  a  rendere  più  che  plausibile  l'eterno  sogno israelita:

"Siamo pronti a ricostruire la Casa di Dio. Le condizioni politiche di oggi, in cui i due più importanti leader del mondo avallano il diritto giudaico sulla città di Gerusalemme come intrinseca eredità spirituale, non hanno precedenti storici." ‒ ci ha detto l'uomo.

La lettera del Sinedrio, d'altronde, sottolinea che la vittoria a sorpresa di Trump è in gran parte dovuta al suo personale sostegno a Gerusalemme e alla promessa elettorale di spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a tale città, riconoscendola di fatto come capitale di Israele.



Donald J. Trump e Benjamin Netanyahu

Questa disposizione era già stata approvata dal Congresso nel 1995, ma da allora ha ricevuto il veto da ogni presidente americano. Il Sinedrio, perciò, invita Trump ad astenersi dal bloccarla dopo il suo insediamento.

Anche nella lettera inviata al leader russo, il nuovo Tribunale ha rammentato il suo legame con il Tempio.

Nel corso del suo terzo viaggio ufficiale a Gerusalemme nel 2012, Putin effettuò una visita a tarda notte al Kotel (Muro Occidentale). Quando arrivò al luogo santo, rimase in silenzio per alcuni minuti offrendo un'orazione personale; poi lesse dei Salmi da un libro di preghiere russo-ebraiche.

Uno spettatore israeliano gli rivolse la parola nella sua lingua: "Benvenuto, signor Presidente." Questi gli si avvicinò e l'altro gli descrisse l'importanza per loro del Monte Moriah e del Tempio.

Il Chadrei Charedim, un sito ortodosso di notizie ebraiche, riferì che in quel momento Putin replicò: "Questo è esattamente il motivo per cui sono venuto qui: pregare affinché il Santuario venga costruito di nuovo."




Dopo questo interessante scambio di parole, il Sinedrio inviò una lettera a Putin invitandolo a persistere nella preghiera.

Allora, il premier non rispose alla richiesta ebraica, ma adesso che il nuovo leader degli Stati Uniti si mostra come un potenziale alleato nel progetto, i Sinedristi ritengono sia arrivato il momento per il leader russo di assumere un ruolo più attivo nell'edificazione della "Struttura Sacra".

Oltre a tale richiesta, il Sinedrio chiede a Putin e a Trump di rinnovare la Società delle Nazioni risalente al 1920, ossia il "Trattato di San Remo", che ha permesso la creazione di uno Stato ebraico dividendo l'Impero ottomano.

Esso incorpora la "Dichiarazione Balfour", emessa dalla Gran Bretagna nel 1917, che le ha dato un riconoscimento ufficiale e il sostegno per la nuova Nazione.

Il presidente degli Stati Uniti, Calvin Coolidge, ratificò questo accordo nel 1925, rendendo così vincolante giuridicamente il riconoscimento di Israele per mezzo della legge americana.

Il Sinedrio ha precisato che ritiene imperativo ora, proprio nel momento in cui l'Autorità Palestinese tenta di riscrivere la storia del mondo con una campagna ostile alla Dichiarazione Balfour, rafforzare lo storico impegno americano verso lo Stato di Israele mediante un riaggiornamento del Concordato stesso.

Infine, il rabbino Weiss ha messo in risalto che sostenendo la domanda ebraica a favore di Gerusalemme ne beneficerebbero la Russia e l'America, così come il Pianeta intero:

"I due premier possono guidare le nazioni del mondo verso la pace globale tramite la costruzione del Tempio, fonte esso stesso di pace" ‒ ha spiegato. "Questo compenserà le vergognose delibere dell'Unesco che sono la causa maggiore di incremento al terrore e alla violenza".

Ecco il breve video del presidente Putin a Gerusalemme.




Traduzione adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

sabato 10 dicembre 2016

Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo




Sebirblu, 10 dicembre 2016

Ripropongo questo articolo di quasi tre anni fa, poiché molto esplicativo sui tempi che stiamo vivendo oggi. 

Consiglio anche di documentarsi QUI QUI ‒ come post recenti ‒ e QUI per avere un quadro più preciso.


Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo
di Henry Makow


Il Visconte Léon de Poncins (1897-1976), un intellettuale cattolico francese, fu l'autore di 30 opere che rivelarono la cospirazione Sionista-Massonica che tiene al presente l'Umanità sotto giogo, a sua insaputa.

Gli Ebrei stessi non sono coscienti che il Sionismo si riferisce al Talmud e alla Kabbala e non all'Antico Testamento.

In questo modo, il Giudaismo-Sionista si rivela essere un culto satanico che utilizza gli ebrei (e i massoni) come pedine per ridurre l'Umanità in schiavitù politicamente e spiritualmente.

Così la "laicità" e "l'umanesimo" non sono che paraventi del satanismo, perché i banchieri ebrei Kabbalisti hanno l'intenzione di soppiantare Dio.

Reso forte dal monopolio sul credito ai governi, questo potere occulto si trova dietro il femminismo e i "diritti dei Gay", al fine di demolire la naturalità del sesso, il matrimonio e la famiglia.

Si nasconde anche dietro l'11 settembre, i massacri di Newtown e di Boston; tutti pretesti per attuare uno stato di polizia. È il vero fornitore di "odio" che conduce una guerra segreta contro l'Umanità e Dio.




Karl Marx ha scritto: "L'Ebreo si è emancipato da solo... rendendosi maestro della creazione monetaria... attraverso di lui, il denaro è diventato l'ausiliario del potere mondiale, e lo spirito pragmatico ebreo è stato adottato dai popoli cristiani.

I giudei si sono evoluti in proporzione alla misura in cui i cristiani diventavano sempre più ebrei loro stessi. Così, questi ultimi hanno grandemente contribuito a fare del denaro il mezzo, il criterio di misura e il fine di ogni attività umana." (Cit. di L. de Poncins pag.76).

Aggiungete a questo il potere e il sesso (oro e carne; ndt) e Marx sarebbe stato d'accordo su tutto. L'Umanità è stata introdotta in un culto satanico.




Da Léon de Poncins

Il mattino del 9 febbraio 1923, i cittadini di Londra, abituati a leggere i giornali, non hanno certamente notato poche righe apparse sul periodico ebreo "Jewish World", linee spaventose e profetiche per coloro che sono stati in grado di coglierne il senso.

Il Jewish World dichiarava: "La diaspora degli ebrei non ha fatto di loro un popolo multietnico, perché si tratta davvero dell'unica vera gente cosmopolita e in quanto tale deve agire, e già lo fa, come dissolvente di ogni distinzione di razza e di nazionalità.

Il suo grande ideale non corrisponde ad un giorno in cui gli ebrei si possano radunare in un angolo della Terra con intento separatista, ma che il mondo intero sia pervaso di insegnamenti ebraici e quindi, in uno slancio di fraternità universale di ogni nazione, tutte le etnìe e le religioni distinte possano scomparire.

Essi vanno anche più lontano. Attraverso le loro attività letterarie e scientifiche e per mezzo della supremazia in tutti i settori pubblici, si impegnano gradualmente a dissipare i pensieri e i sistemi non ebraici o non conformi al loro modello."

Al British Museum, ho avuto personalmente l'occasione di verificare l'esattezza di tale citazione.

Questo sogno messianico può assumere diverse forme ma l'obbiettivo finale resta inalterato: il trionfo del Giudaismo-Sionista, della sua legge e del suo popolo.

Sotto alcune parvenze universali, è sostanzialmente un imperialismo ebraico che ha l'intenzione di governare il mondo e ridurlo in schiavitù.


Boris Dubrov

Élie Faure, un ebreo, scrive: "La gente giudea, dall'epoca di Gesù Cristo... si è considerata di continuo il popolo eletto, strumento di un potere superiore.

In rapporto alle altre nazioni, crede ancora e sempre a tutt'oggi, al suo privilegio d'elezione perché rappresenta una forza soprannaturale.

Per essa, la vita dopo la morte non esiste. Benché ne abbia sovente parlato, Israele non vi ha mai creduto. L'Alleanza con Dio non è che un contratto bilaterale specifico e costruttivo: se il giudeo vi obbedisce, lo fa in maniera atta a guadagnare il dominio sul mondo.

Israele è un terribile realista: vuole la ricompensa, quaggiù sulla Terra, per coloro che compiono il bene e la punizione per quelli che vivono nel male.

Anche nei più oscuri momenti della loro storia, e della storia universale, gli Ebrei, questi perdenti eterni, hanno custodito in seno al loro cuore fedele la promessa di una vittoria eterna."

Estratto dal testo di E. Faure «L'Anima Giudea», citato in «La questione ebraica vista da 26 eminenti personalità israelite» Parigi 1934.


Greg Olsen

La Divinità di Gesù Cristo è un ostacolo al messianismo ebraico.

Affinché si compia l'evento messianico israelita e quindi si possa raggiungere questo scopo, è necessario abolire il Cristianesimo che rappresenta un impedimento insormontabile sulla via dell'imperialismo giudaico.

Fino all'avvento di Gesù Cristo, la posizione di Israele era semplice e chiara: dopo i Profeti, per grazia di Yahvé, la tribù di Giuda sarebbe stata destinata a governare il mondo.

Se i popoli suoi servitori avessero ottemperato alle necessità divine, il tempo in cui essa avrebbe regnato su tutto il Pianeta sarebbe venuto.

Invece là, inaspettatamente, un "Profeta" nacque in Galilea: l'Uomo-Dio, Egli Stesso appartenente alla stirpe di David e così Figlio dell'Alleanza.

«Non crediate che Io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, non sono venuto ad abolire ma a perfezionare» (Mt. 5,17) E come prova della Sua Missione, Egli compì una serie di miracoli senza precedenti; le folle affascinate lo seguirono...

Ma, e in questo risiedeva l'enorme importanza del Suo Compito, Egli interpretava il Patto in una maniera completamente diversa e in un senso Nuovo, al punto di distruggere il fiero edificio ebreo spiritualizzandolo e universalizzandolo.

La realizzazione delle promesse fu trasferita dal piano materiale a quello spirituale; superando l'àmbito nazionale, esse non furono più indirizzate soltanto agli Ebrei, fino ad allora i soli beneficiari, ma estese al mondo intero.


Simon Dewey

Questa non era una questione di supremazia di razza o di nazione, o il trionfo di uno stato privilegiato: il popolo eletto fu ridotto al rango di gente comune, uno fra i tanti.

La fierezza religiosa e il nazionalismo giudaico non permisero un abbassamento così; era contrario alle promesse messianiche ed annullava la sottomissione di tutti i regni della Terra ad Israele.

I Grandi Sacerdoti e i Farisei non poterono tollerare una simile blasfemìa e un tale attacco ai loro privilegi, e dunque per sbarazzarsi di «quel pericoloso agitatore» Lo consegnarono ai Romani e Lo fecero condannare a morte.

Ma Gesù Cristo resuscitò e il Suo insegnamento si diffuse nell'intero mondo antico come un fuoco che incendiava tutto.

I Giudei denunciarono i Suoi discepoli alle autorità romane, presentandoli come ribelli all'Impero; Roma li perseguitò incessantemente, offrendoli come cibo alle bestie selvagge, bruciandoli, scorticandoli e crocifiggendoli. (Però i Martiri non sentirono dolore! Vedere QUI; ndt).

Ciò nonostante, l'onda cristiana progredì senza sosta, trionfando sul potere imperiale; poi improvvisamente il mondo vacillò inclinandosi in favore della Chiesa di Cristo...

Gli israeliti non hanno mai accettato né accetteranno mai questa disfatta. La rottura fu totale e definitiva; il conflitto è diventato al presente inevitabile dai due lati.




"Se gli Ebrei sono nel giusto, il Cristianesimo non è altro che un'illusione. Se invece i Cristiani hanno ragione, i Giudei si trovano ad essere, nella migliore delle ipotesi, soltanto un anacronismo o nulla più che un'immagine senza alcun motivo di esistere.

Per un Giudeo, il Cristianesimo rappresenta la rinuncia ad un monopolio e la bocciatura all'«interpretazione nazionalista» per non dire faziosa dell'«elezione»; la Cristianità è l'apertura alla fraternità umana e, nello stesso tempo, un grande «amen» a Dio e a tutto quello che Egli decide...

E qui veniamo alla vera ragione (o scusa), che giustifica il rifiuto ebraico al Cristo, perché non collima con l'idea che i Giudei si erano fatti del Messia e della Salvezza." (F. Fejto, Dieu et son Juif, pp. 34, 190, 192.)

"La maniera in cui la fede cristiana ha ottenuto la sua indipendenza, doveva rapidamente e inevitabilmente trascinarla in una guerra contro Israele «secondo il mondo», poiché la Chiesa si proclama essa stessa Israele secondo lo Spirito.

Ma viene compresa la profondità di questa affermazione? È più grave del disconoscimento giudaico e significa che essa gli sottrae ogni particella di vita (soltanto materiale però; ndt), ogni fuoco sacro (presunto; ndt), fino alla sua più intima natura.

Più ancora, questo vuol dire togliere ad Israele il suo posto al sole e lacerare il suo privilegio al centro dell'Impero, tanto sono stretti i legami che uniscono lo spirituale e il temporale." (J. Isaac, Genèse de l'Antisémitisme, p. 150.)

Ritorniamo allora al medesimo punto: abbattere la religione Cristiana, nata nel suo àlveo, diventa una necessità vitale per Israele che la considera come il suo più formidabile avversario...




Nella sua opera «La sventura di Israele» lo scrittore ebreo (pro-cristiano) A. Roudinesco, fornisce una meravigliosa risposta a tutte le maledizioni proferite con rabbia:

"La sopravvivenza di questa piccola comunità fino ai nostri giorni, malgrado la persecuzione e le sofferenze ineguagliabili, è stata chiamata il «miracolo giudeo».

Tale sopravvivenza non è un miracolo, ma piuttosto una sventura. Il vero prodigio ebraico è la conquista spirituale degli individui attraverso la Cristianità. La missione del popolo eletto è terminata già da lungo tempo.

Coloro che, tra gli Ebrei, sperano un giorno di porre fine alla Cristianità per mezzo di un messianismo replicato, ignorano le leggi essenziali dell'evoluzione umana." (A. Roudinesco, Le malheur d’Israël, Ed. de Cluny, Paris 1956).



Fonte: henrymakow.wordpress.com

mercoledì 7 dicembre 2016

Quando Cardinali e Vescovi rinnegano la loro Croce


Il Tradimento del Cristo di Giuseppe Cesari, detto Cavalier d'Arpino

Sebirblu, 7 dicembre 2016

Precedo l'articolo che segue con due parole che mi fluiscono dal cuore dopo aver letto due commenti sotto il mio ultimo post (QUI) riportato dal prestigioso sito "Apostati si diventa" (QUI) condotto da Sauro Brontolo, che stimo e ringrazio per l'ospitalità che ogni tanto mi accorda.

Scrivo questo, perché è giunta l'ora di svegliarsi davvero dal lungo sonno in cui è caduta la gente nel considerare la Religione (dal latino "religio", cioè "legare") come un "guscio" chiuso, dal quale se ci si azzarda ad uscire e sempre con l'aiuto di Dio al fine di conoscere ed entrare in un maggior discernimento, subito si è sottoposti al pubblico ludibrio e al "Dagli all'untore!"

Certo, questo sito rispecchia il mio pensiero libero, frutto di una ricerca continua e mai allontanatasi dalla Guida costante in cui ho confidato in tutta la mia vita: il Cristo Signore, che riconosco quale Unico Maestro in mezzo al marasma che ora più che mai, purtroppo, emerge dalla Chiesa Cattolica e dal suo Vicario.

Non si comprende che SOLO cercando dentro di noi e chiudendo le porte al mondo e al suo frastuono, come ha dimostrato Gesù nel deserto, si può raggiungere quella Luce dello Spirito, equiparato al "tesoro del campo" o alla "perla di grande valore"? (Mt 13, 44-46).

Ed è proprio la Sua Luce che mi autorizza ad "occuparmi delle cose del Padre" e a "mettere in guardia SPECIALMENTE i cattolici" dal GRANDE INGANNO a cui sono fatti segno senza che minimamente se ne rendano conto!

Come ci si permette di darmi dell'«oscuro personaggio» senza conoscere nulla di me? Di "consigliare" tutti sollecitamente, in modo ottuso e sommario, a "cestinare" e ad "ignorare" Sebirblu perché apporterebbe solo "confusione"?

"Guai a voi guide cieche, che filtrate il moscerino ed ingoiate il cammello!" (Mt. 23,24). Sì, perché la frase di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, si attaglia anche a colui che, sicuro, perché "cattolico", pensa di vederci chiaro solo per questo! (Cfr. QUI). 

Chi è illuminato dalla Luce Vera, la riconoscerà ovunque Essa si trovi!




Detto questo, ecco l'articolo di cui ho accennato sopra e che dimostra, ahimè, come i cosiddetti "Pastori Cristiani" siano caduti in basso cedendo alle richieste del culto islamico nel togliersi la Croce dal petto, in nome di un falso ecumenismo!

Non sanno forse costoro che il Cristo ha detto: "Chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'Io lo rinnegherò davanti al Padre Mio che è nei Cieli"? (Mt. 10, 33).

Qui sì, che è doveroso menzionare la "confusione", dietro cui Satana agisce!


Il card. Reinhard Marx e il vescovo luterano bavarese Heinrich Bedford-Strohm

Quando Cardinali e Vescovi rinnegano la loro Croce

Anche da piccoli gesti si nota l'apostasia che impera nella Gerarchia.
di Mauro Faverzani

Ci sono un cardinale cattolico, un vescovo evangelico ed uno sceicco musulmano... Sembra l'inizio di una barzelletta, invece la storiella che stiamo per raccontarvi non fa ridere, anche perché è purtroppo vera, per quanto paradossale. Sin dall'inizio.

Dal 16 al 22 ottobre si è svolto in Terra Santa un pellegrinaggio congiunto catto-protestante, per festeggiare il Giubileo della Misericordia da una parte ed il quinto centenario della Riforma luterana dall'altra.

La singolare delegazione, di cui han fatto parte 9 vescovi da una parte e dall'altra, è stata guidata dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, il card. Reinhard Marx, e dal presidente del consiglio evangelico in Germania, il vescovo luterano bavarese Heinrich Bedford-Strohm. Tutto bene sino al loro arrivo, a Gerusalemme, al Monte del Tempio.

Qui la tradizione individua il luogo del sacrificio di Isacco; qui nel X secolo a.C. re Salomone fece erigere il famoso Tempio, distrutto e ricostruito dagli ebrei nel VI secolo a.C., ampliato da Erode, più volte ed in varie occasioni frequentato da Nostro Signore Gesù Cristo, infine distrutto dai Romani nel 70 d.C.




Qui, per i musulmani, Maometto sarebbe stato assunto in cielo proprio dalla roccia sita sulla cima, oggi all'interno della grande Cupola: per questo vi edificarono tutt'attorno le moschee ancora visibili. Per motivi diversi è dunque un luogo sacro per tutti. Ma c'è qualcuno che vuol farla da padrone.

Osserviamo la foto, che ritrae il card. Marx ed il vescovo luterano Bedford-Strohm davanti alla Cupola della Roccia. Con loro c'è lo sceicco Omar Awadallah Kiswani. E qui sembra di cimentarsi con la rubrica "Aguzzate la vista" de "La Settimana Enigmistica": cosa manca? Ebbene sì, manca la croce pettorale.




Non a caso. Le autorità musulmane hanno esplicitamente ordinato ai propri ospiti di levarsela, prima di metter piede lì dentro. Ed i catto-protestanti hanno prontamente obbedito, senza fiatare, né opporre alcuna resistenza.

Ben strano senso dell'accoglienza, quello islamico: cercare di metter a proprio agio chi faccia loro visita, pretendendo che si vergogni dei propri simboli più cari, quelli religiosi, e costringerlo a toglierseli.

Ma ancor più strana, anzi umiliante è la remissiva accondiscendenza con cui un cardinale e diversi vescovi hanno subito accolto l'«invito», pronti a metter tra parentesi il Segno per eccellenza della loro fede per una questione di «rispetto», come hanno spiegato.

Anzi, sarebbe parso loro addirittura sbagliato agire diversamente. Salvo poi sorbirsi, imperturbabilmente in silenzio, il fervorino di una storia davvero bislacca, quella propinata dalla guida musulmana, assolutamente pronta a negare che sul Monte del Tempio, nonostante il nome, vi sia mai stato alcun tempio ebraico, tanto meno quello di Salomone:

«Non v'è alcuna prova archeologica», ha assicurato, spiegando come la sola presenza di ebrei e cristiani in questo luogo sia semplicemente contro il volere di Dio. In realtà, la Storia dice l'esatto opposto: il Tempio ci fu, eccome e ben prima che l'Islam esistesse.




Ma per questo, nella faziosa lezioncina di storia, non c'era posto. Del resto, non sarà parso vero di vedere gli attenti interlocutori catto-protestanti ascoltare in silenzio e senza colpo ferire.

Michael Wolffsohn, editorialista di Bild, ha ricordato come negli ultimi anni i fedeli cristiani abbian potuto visitare il Monte del Tempio, senza che portar la Croce facesse problema. 

Non si capisce pertanto la novità, se non in un'ottica mediatica a favore di obiettivo: la foto, che ritrae il cardinale, il vescovo luterano e lo sceicco musulmano, parla amaramente da sola.

«Ci  sono  immagini,  di cui vien spontaneo verificare prima se si tratti di un falso», ha commentato in merito, comprensibilmente, l'editorialista di Der Spiegel, Jan Fleischhauer, sconcertato.

Perché il cardinale, i vescovi, tutti quanti hanno il dovere morale e spirituale di tener sempre presente come per quella Croce, che loro hanno prontamente messo tra parentesi, ci siano milioni di Cristiani che ogni giorno, in diverse aree geografiche del mondo, pagano la loro fede con la propria vita, senza però deflettere per un solo istante dalla testimonianza, nonostante le discriminazioni, le persecuzioni ed i massacri di cui sono vittime, spesso (ma non solo) proprio per mano islamica.

La storia del Cristianesimo è fatta, invece, proprio da questi martiri che, in ogni epoca, non rinunciano mai alla Croce, pronti per Essa a sacrificarsi contro il proprio interesse, contro i propri comodi e contro il proprio tornaconto.

Sono i nostri santi, coloro che hanno edificato la Chiesa col loro sangue e non certo con gli accomodanti tatticismi di chi, al timor di Dio, preferisce il timore e il "rispetto" umano. Con gente priva di spina dorsale non si andrebbe da nessuna parte...

Relazione e cura di: Sebirblu.blogspot.it


Fonte originaria: corrispondenzaromana.it