giovedì 7 luglio 2016

Bobbio Esoterica: Ecco un altro Ponte del Diavolo!


Bobbio - Il Ponte del Diavolo o Ponte Gobbo

Sebirblu, 7 luglio 2016

L'articolo che segue vuol essere un piccolo suggerimento per scoprire e visitare, per chi ancora non la conoscesse, una zona straordinaria del piacentino a poco più di un'ora da Milano.

Essa riserva delle sorprese indimenticabili che uniscono cultura e diletto per nutrire l'anima e il corpo fisico.

È adatta soprattutto per quanti, abitando nella grande metropoli lombarda, sono nell'impossibilità di allontanarsi molto per lavoro od altro e volessero compiere un'escursione magnifica e ritemprante.

Sono luoghi ancora relativamente incontaminati, dove l'aspetto gastronomico viene curato particolarmente da generazioni e l'opportunità di rinfrescarsi in un'acqua turchese e cristallina non manca.

Il fiume Trebbia, con le sue innumerevoli anse che sinuosamente dalla Liguria sfociano nel Po, presenta spiagge bianche, boschi e canyon che in piccolo ricordano il Colorado, e possiede pure una vasta ed interessante cultura antica.


Val Trebbia - Rocca dei Corvi

Sì, perché la Val Trebbia ha sempre avuto una grande importanza strategica, come testimoniano i numerosi castelli e le torri di avvistamento disseminati nei borghi o sulle cime delle montagne circostanti.

Lì, nel 218 a.C., Annibale si cimentò in battaglia contro i Romani. E nel 1167, con l'aiuto di Obizzo Malaspina, il Barbarossa fu costretto ad attraversarne la regione impervia con il suo esercito, che ne uscì decimato, per aggirare il presidio della Lega Lombarda a Montebardone (l'attuale Cisa), arrivando infine a Pavia.

Nel giugno del 1799 il luogo fu teatro di un altro scontro, dove le truppe austro-russe sconfissero quelle francesi in ritirata verso il mar ligure.

In più, per questo itinerario passava una delle tante vie del sale, un sistema usato nel Medioevo per trasportare il prezioso elemento dalla Liguria alla Pianura Padana.

La valle era attraversata anche da alcuni tragitti della via Francigena, il lungo percorso che i pellegrini affrontavano dal nord Europa verso Roma, e che nelle valli piacentine si ramificava seguendo piste diverse.


La via Francigena in Val Trebbia, detta anche degli Abati.

I tratti vi sono ben segnalati e se ne possono seguire le indicazioni se si desidera fare qualche passeggiata nei boschi sulle orme degli antichi camminatori.

Sembra pure che Ernest Hemingway abbia attraversato l'incantevole vallata come corrispondente di guerra nel 1945 e se ne sia innamorato... tanto da tornarci poi per pescare!

La storia della Val Trebbia, tuttavia, è indissolubilmente legata al piccolo borgo medioevale di Bobbio, che può essere definito senza tema di smentite una delle culle più importanti della cristianità occidentale.

Buona parte di questo merito lo si deve a San Colombano, che giunto sino a quel remoto angolo di terra piacentina dalla lontana Irlanda, nel 614 vi fondò il monastero che ne porta il nome insieme alla sua regola e destinato a grande fortuna.


Bobbio - Abbazia di San Colombano.

La "regola colombaniana" infatti, oltre al lavoro e alla preghiera prevedeva anche un forte impegno da dedicare all'istruzione e all'assimilazione della conoscenza.

Nello Scriptorium collocato presso l'Abbazia insieme alla biblioteca, già nel 982 erano conservati oltre settecento codici, facendo del monastero il centro di produzione libraria più importante dell'Italia centrale e settentrionale.

Nella  cittadina  di  Bobbio  sono  dunque  numerosi  gli  edifici religiosi  a  cominciare dalla Chiesa di San Colombano del XV secolo di stile romanico-gotico con facciata tripartita e con un nartèce (vestibolo quasi sempre esterno; ndr) alla base, detto anche portico del paradiso, formato da archi a sesto acuto sostenuti da colonne del XIV secolo.

Sono parecchi i misteri e le leggende che aleggiano intorno a Bobbio, a cominciare dal simbolo della città: il famoso Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo. Si tratta di un imponente manufatto in pietra dall'aspetto ondulato e contorto sostenuto da undici arcate irregolari.


Bobbio e il Ponte del Diavolo

Di probabile origine romana, viene documentato per la prima volta nel 1196. La tradizione vuole che fosse stato costruito in una sola notte dal Demonio, al quale San Colombano offrì in cambio l'anima di chi per primo lo avesse percorso. Come si vede, la storia si ripete... (cfr. QUI; ndr).

Giunta l'alba ed ultimata l'opera, il Santo fece attraversare il ponte ad un cagnolino vecchio e malandato, impedendo in questo modo al Diavolo di prendersi l'anima di un cristiano.

Andandosene inferocito per essere stato beffato, Lucifero prese a calci il passaggio che da quel momento assunse la forma ingobbita ed irregolare che lo caratterizza ancora oggi.

In epoca successiva Bobbio fu con ogni probabilità sede di magioni templari, e nella Cattedrale di Santa Maria Assunta è conservata una rappresentazione dell'Ultima Cena di autore ignoto.

Questo riferimento ci porta a Leonardo da Vinci, la cui "Gioconda" sarebbe ‒ tenendo conto delle ricerche compiute dalla storica dell'arte Carla Glori ‒ Maria Bianca Sforza, e il paesaggio dipinto alle sue spalle indicherebbe proprio la campagna intorno al borgo piacentino con il Ponte Gobbo in bella vista. (La notizia QUI; ndr). 


La Gioconda con il Ponte del Diavolo di Bobbio, in basso a destra.

Il panorama immortalato dall'insigne ed eclettico pittore, stando alla studiosa, corrisponderebbe a quello che si poteva ammirare affacciandosi dalle finestre del castello Malaspina Dal Verme di Bobbio, che ancora oggi domina la verdissima conca.

Ed è proprio tale fortificazione ad essere al centro di altre più cruente ed inquietanti vicende.

In base a quanto si tramanda in paese, nel maniero edificato all'inizio del 1300 era stato costruito un "pozzo del taglio" (vedi QUI; ndr), dentro al quale venivano gettati i condannati a morte, destinati a spirare dilaniati dalle lame che fuoriuscivano dalle pareti di questo crudele sistema di tortura.

Diversi testimoni asseriscono di aver visto gli spiriti di questi sfortunati aggirarsi la notte lungo le mura del castello in cerca di pace. (È probabilissimo... e per saperne di più leggere QUI; ndr). 


Il Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio (PC)

Ma c'è un altro personaggio storico e leggendario legato a questo luogo:  Gerberto di Aurillac, destinato a divenire Pontefice con il nome di Silvestro II, passato alle cronache anche come il Papa Mago.

Nel 982, Gerberto fu nominato abate del Monastero di San Colombano e della contea di Bobbio dall'allora Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II.

A quel tempo l'abbazia godeva di un altissimo prestigio sia culturale che morale, e la sua biblioteca era una vera miniera di conoscenze.

In essa, Gerberto poté consultare numerosi testi rari ed antichi come il "Codex Arcerianus" (VI-VII secolo), contenente frammenti in latino di autori romani e greci e di cui si servì, insieme con il "De arte arithmetica di Boezio", per la stesura del suo trattato "De geometria".

Era uomo di vastissima cultura e diede un contributo importante per l'avvio delle scienze arabe di aritmetica ed astronomia in Europa dove importò anche l'orologio a bilanciere.


Gerberto di Aurillac, diventato Papa Silvestro II

A lui sono attribuite l'invenzione di complicati strumenti musicali e soprattutto di una "testa parlante" in grado di rispondere in senso affermativo o negativo, quando interrogata.

Il 2 aprile 999 fu nominato Papa dall'Imperatore Ottone III del quale, in precedenza, era stato il precettore.

Le conoscenze e la cultura di Papa Silvestro II, erano però talmente grandi che attorno a lui iniziarono a fiorire le più variegate leggende al punto di attribuirgli poteri magici e rapporti con il demonio.

Si ipotizzò che la "testa parlante" da lui costruita fosse un Golem (cfr. QUI; ndr) all'interno del quale avesse imprigionato un demone e, coincidenza significativa, durante il processo ai Templari di tre secoli dopo, si parlò ancora di questa figura mitica simile a quella posseduta da Silvestro II.

Considerando altri racconti, il pontefice sarebbe entrato pure in possesso di un libro di magia nera. Ma l'apice della sua fama di Mago fu raggiunto nella notte del 31 dicembre 999.

Secondo la superstizione popolare, il termine del millennio sarebbe dovuto coincidere con la fine del mondo. Ma Silvestro poco prima della mezzanotte spostò in avanti il calendario cancellando l'anno mille e salvando così il mondo dalla distruzione con un semplice trucco matematico.


Bobbio - Il fiume Trebbia

Nel dicembre 2015, Bobbio e l'intera Val Trebbia, compresa la parte ligure, si sono candidati per ottenere il prestigioso riconoscimento dei siti più belli del mondo come Patrimonio dell'Unesco  ed è indubbio che tali luoghi siano ricchissimi di fascino e meritevoli certamente  di  essere visitati.

Esposizione e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Spunti presi da: progettoatlanticus.net
                       da: altavaltrebbia.net 
                    e da: 100kmdamilano.it

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